lunedì 28 gennaio 2008

Saluto al comandante "Bulow"(Arrigo boldrini)

Nella notte del 22 gennaio 2008 all'età di 92 anni si è spento all'ospedale di Ravenna, sua città natale, Arrigo Boldrini, il leggendario comandante Bülow, uno dei protagonisti indiscussi della guerra di Liberazione nazionale, Medaglia d'oro al valor militare, uomo di grande levatura civile e politica, membro dell'Assemblea Costituente, parlamentare dal 1953 al 1994, dirigente nazionale del PCI, simbolo e guida dell'ANPI (Associazione nazionale partigiani d'Italia).

Non è semplice ricordare Arrigo Boldrini senza correre il rischio di essere retorici, ma la sua scomparsa ci porta necessariamente a compiere delle riflessioni non solo sulla sua straordinaria figura umana ma sui valori, sulle idee che hanno segnato il corso della sua vita e gli insegnamenti che ci ha lasciati a imperitura memoria.

Arrigo Boldrini nasce a Ravenna il 6 settembre 1915 da una famiglia contadina di tradizioni socialiste. Dopo gli studi alla scuola Agraria di Cesena, trova prima lavoro presso uno zuccherificio locale poi si trasferisce a Napoli dove svolge la funzione di impiegato in un centro per la lavorazione dei cereali. È nel suo periodo partenopeo che il giovane Arrigo entra in contatto con gli ambienti antifascisti. Ma la seconda guerra mondiale incombeva: con il grado di tenente di complemento nel 120° reggimento fanteria della divisione "Emilia", Arrigo Boldrini viene inviato in Jugoslavia di stanza alle Bocche di Cattaro, combattendo una delle guerre più sporche dell'Italia fascista, nella quale trova origini e spiegazioni la questione delle “Foibe”. Mentre era ospedalizzato a Bari, ancora convalescente, riceve la notizia dell'arresto di Mussolini. Appena ripresosi nell'agosto del 1943 torna nella sua terra, aderisce al Partito Comunista Italiano e, dopo l'8 settembre, organizza una delle prime bande della Resistenza romagnola.

Nasceva così il mitico “Bülow” comandante della 28 a Brigata Garibaldi. La leggenda vuole che il nome di battaglia gli sia stato dato da un barbiere, tale Michele Pascoli (poi fucilato dai nazisti) il quale, durante una riunione clandestina dopo un'esemplare lezione di tattica e strategia militare di Boldrini sulla “pianurizzazione” della guerra partigiana (fino ad allora immaginata possibile solo sulle colline o sulle montagne), sentenziò: « Mo' chi sit, Bülow? » cioè « Ma chi sei, Bülow? » alludendo al generale tedesco che sconfisse Napoleone a Waterloo.

La 28 a Brigata Garibaldi, appartenente politicamente, come tutte le altre brigate omonime al PCI, operava essenzialmente nella provincia di Ravenna e prendeva il nome da Mario Gordini, capo politico e militare della Resistenza ravennate, fucilato a Forlì il 4 gennaio 1944. La Brigata verrà organizzata, a partire dall' estate del 1944 in vari Distaccamenti, ognuno intitolato a partigiani vittime dei nazifascisti: Sauro Babini, Aurelio Taroni, Umberto Ricci, Celso Strocchi, Settimio Garavini, Terzo Lori. Pur essendo strutturata come unità militare rigorosamente disciplinata, prevedeva la figura di un "commissario politico" associata a quella del comandante ed adottava al suo interno una forma di democrazia diretta fondata su un ampio dibattito collettivo e l'elezione dei comandanti da parte dei partigiani stessi. Il 4 dicembre 1944 i partigiani di Bülow ed i reparti alleati dell'VIII Armata britannica liberarono Ravenna con un'offensiva combinata. Esattamente due mesi dopo, il 4 febbraio 1945, Boldrini viene decorato con la Medaglia d'oro al valor militare, con una grande manifestazione pubblica nella piazza di Ravenna, dal generale Richard McCreery, comandante dell' VIII Armata britannica, quale riconoscimento dello status di comandante di unità combattente, ufficialmente riconosciuta dal Comando alleato e per il contributo dato alla liberazione dal comune nemico nazi-fascista.

La Brigata viene inquadrata successivamente, a partire dal 19 febbraio 1945, nel Gruppo di combattimento "Cremona" del ricostituito Esercito Italiano, al comando del generale Clemente Primieri, con cui continuerà la lotta fino a giungere nelle Valli di Comacchio ed a Venezia.

Nella motivazione del conferimento della Medaglia d'oro al valor militare si legge « Ufficiale animato da altissimo entusiasmo e dotato di eccezionale capacità organizzativa » ma forse le parole che più di altre esprimono il ruolo e l'importanza di Boldrini nella guerra di Liberazione sono quelle di Giancarlo Pajetta : « È un eroe. Non è il soldato che ha compiuto un giorno un atto disperato, supremo, di valore. Non è un ufficiale che ha avuto un'idea geniale in una battaglia decisiva. È il compagno che ha fatto giorno per giorno il suo lavoro, il suo dovere; il partigiano che ha messo insieme il distaccamento, ne ha fatto una brigata, ha trovato le armi, ha raccolto gli uomini, li ha condotti, li conduce al fuoco ».

Ma Arrigo Boldrini non fu solo un grande partigiano. Dopo la liberazione a partire dal 1947 e per alcuni decenni, Arrigo Boldrini fu Presidente nazionale dell'ANPI, di cui rimase successivamente Presidente Onorario fino alla morte. Membro della Consulta Nazionale prima e dell'Assemblea Costituente poi, venne eletto alla Camera dei Deputati nella II, III, IV, V, VI legislatura, nella XII Circoscrizione (Bo-Fe-Fo-Ra), nonché Senatore nella VII, VIII, IX, X, XI legislatura, in Emilia-Romagna nel Collegio di Ravenna. Dirigente regionale e nazionale del PCI, di cui è stato membro del Comitato Centrale e della Direzione Nazionale. Nella sua vita politica mantenne sempre una sua particolare autonomia di pensiero e un grande senso patriottico, non smettendo mai di credere nella possibilità di un Paese e di un mondo migliore.

L'eredità che ci lascia, nel suo esempio incomparabile di forza morale e di impegno civile, è dunque quella delle sue idee. Durante una manifestazione per il Cinquantesimo anniversario della Resistenza, lo stesso Boldrini sintetizzò così il suo messaggio: « Noi abbiamo combattuto per quelli che c'erano, per quelli che non c'erano e anche per chi era contro... ». Questa è stata sempre la sua profonda, autentica e leale convinzione.

Sulle pagine di «Patria Indipendente», rivista mensile dell'ANPI, il comandante Bülow ha condotto la sua ultima battaglia, quella per non far affievolire i valori della Resistenza e dell'Antifascismo, valori di libertà e dignità della persona umana, valori sui quali poggia la democrazia nel nostro Paese, valori ai quali Boldrini ha dedicato tutta la sua vita. Al 14° Congresso nazionale dell'ANPI - svoltosi a Chianciano Terme dal 24 al 26 febbraio 2006 - per la prima volta dalla costituzione dell'Associazione che ha sempre guidato, non era presente Boldrini. Motivi di salute gli avevano impedito di partecipare all'assemblea che sanciva ufficialmente una nuova fase dell'ANPI e cioè l'apertura alle nuove generazioni verso le quali Boldrini ha sempre manifestato vivo interesse, nella profonda convinzione di tenere viva la memoria storica dell'Antifascismo e della Resistenza, come momenti alti della Storia d'Italia, alla base della nascita della Repubblica e della sua Costituzione, rivendicandone i valori universali e l'attualità contro tutti i tentativi di ridimensionarli o di relegarli in soffitta. La scomparsa di Arrigo Boldrini ha suscitato commozione e reazione nel mondo politico, istituzionale ma anche nei comuni cittadini. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricorda "l'amico sincero" Boldrini con un sentito ringraziamento per « la dedizione alla causa della libertà, dell'indipendenza nazionale e insieme del progresso sociale e civile del paese. Ispirandosi alla piena affermazione dei principi e dei valori sanciti dalla Carta fondamentale della Repubblica, il comandante Bülow diede continuità ai valori e agli ideali della lotta di liberazione dal nazifascismo partecipando con appassionato impegno ai lavori dell'Assemblea Costituente e quindi del Parlamento in numerose legislature ». Il mio saluto a Arrigo Boldrini, al comandante Bülow, è invece un grido, un urlo, che scandisce le parole «Ora e sempre Resistenza!».



BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE:

Guido Nozzoli, Quelli di Bulow. Cronache della 28° Brigata Garibaldi , ed. Editori Riuniti, 1957.

Luciano Casali, Zona 6. La Resistenza a Cervia e nelle Ville Unite , ed. Comitato permanente Antifascista, Cervia, 1971.

Arrigo Boldrini, Diario di Bülow. Pagine di lotta partigiana 1943-1945 , ed. Vangelista, Milano, 1985.

Gianni Giadresco, Guerra in Romagna 1943-1945 , ed. Il Monogramma, Ravenna, 2004.

SITOGRAFIA:
http://www.anpi.it



ORA E SEMPRE RESISTENZA!!

2 commenti:

pippo ha detto...

Ciao,non so chi sei/siate ma fa piacere vedere siensveglia ed il pugno a mezza pagina. Dio solo sa se non ce n'è bisogno. Mi trovate qui http://pippoguida.blogspot.com.
A presto.

Anonimo ha detto...

http://firmiamo.it/campagnadisolidarietaperdantedeangelis